La Nostra Meta - AVO Valtellina Valchiavenna

AVO
Vai ai contenuti

La Nostra Meta

La Storia di AVO


“La montagna ha il valore
dell’uomo che vi si misura,
altrimenti, di per sé,
essa non sarebbe
che un grosso mucchio di pietre”.
                                                  Walter Bonatti


Molte persone corrono il rischio di circoscrivere la vita solo al lavoro o al piccolo nucleo familiare con il pericolo che se un pilastro di riferimento viene meno crolla l’intero edificio, perché si è ridotto lo scopo dell’esistenza ad un solo valore o a una sola persona.


allargare gli Orizzonti umani
Il volontariato è un’opportunità unica e irripetibile di incontrare se stessi nel contatto con quanti vivono la stagione della fragilità e dell’attesa, di allargare i propri orizzonti per abbracciare insieme agli affetti familiari, i dolori e le speranze di una famiglia più grande.
Nella vita è importante vivere per qualcosa, non contro qualcuno.
Volontari non si nasce, ma si diventa attraverso le tante scelte di ogni giorno, che consolidano il proprio impegno ad essere portatori di speranza accanto a chi soffre.
___________________________



la Cultura
della donazione







Viviamo in una società contrassegnata spesso dal materialismo, dall’egoismo, dall’arrivismo e dalla spersonalizzazione dei rapporti: una società in cui si tende ad eludere il dolore.
Il volontario è "Profeta" di un’umanità diversa, perché va contro corrente, sceglie di incontrare i più svantaggiati ed è disposto a vegliare sul dolore umano.
Attraverso la sua presenza e il suo servizio, il volontario è portavoce e testimone essenzialmente di tre valori:
  • il tempo: il volontario discerne come distribuire saggiamente il tempo tra i suoi impegni familiari, professionali e di volontariato. In una società che corre, il fermarsi, il prendere tempo per qualcuno è un modo per onorare la dignità della persona;
  • l’umiltà: il volontario si accosta al malato in punta di piedi, senza suonare la tromba, senza imporre il proprio ritmo. La sofferenza invoca gentilezza, rispetto e mette a contatto la propria povertà e impotenza con la propria fragilità e i propri limiti. Un’espressione privilegiata dell’umiltà, che si fa vicinanza e solidarietà, è il silenzio rispettoso;
  • l’ascolto: oggi c’è più bisogno di ascolto che non di tante medicine. Chi è in grado di offrirlo contribuisce alla guarigione e autoaccettazione del malato: ne allieva la solitudine, ne accoglie i sentimenti, ne promuove l’introspezione, ne libera le tensioni. La legge fondamentale dell’ascolto è scritta nella nostra anatomia: Dio ci ha dato due occhi e due orecchie e una bocca, perché dedicassimo il doppio del nostro tempo ad osservare e ad ascoltare e la metà del tempo a parlare.
___________________________




il Malato
come scuola di vita







Il malato con la sua storia, il suo dolore, i suoi atteggiamenti, diventa una scuola, una formazione permanente per quanti lo accostano, perché nei suoi diversi volti si incontra la fragilità umana e gli interrogativi suscitati dalla sofferenza.
Mille persone colpite dalla stessa malattia presentano mille modi diversi di fronteggiarla, mille interpretazioni e soluzioni diverse.
Mille malati sono mille modi diversi di essere uomini.
Dietro ogni volto che soffre è nascosto un dono.
I volti del patire umano costringono il volontario a riflettere, ad elaborare una propria visione dinnanzi al dolore e a ridimensionare i propri problemi.
___________________________



la Perseveranza








C’è sempre il rischio che il volontario inizi il suo servizio con entusiasmo, ma che questo si spenga dinnanzi alle difficoltà, dai rifiuti, veri o percepiti da parte del malato, del personale sanitario o dai propri collaboratori.
Quando le batterie sono scariche, la priorità è rialimentarle; è importante pertanto carburare la motivazione, che è il motore della vita.
La motivazione è una pianta che ha bisogno di essere innaffiata per non appassire. Occorre trovare momenti per riflettere sulle proprie motivazioni.
Le batterie si ricaricano anche partecipando agli incontri formativi: la professionalità e creatività del volontario dipende molto dalla nostra preparazione.
Quando ci si affida solo alla buona volontà, c’è il rischio della dispersione, dell’individualismo e della frammentazione.
___________________________


la Fraternità
AVO significa condividere una filosofia di vita e un ideale con gli altri o collaborare attraverso un cammino di crescita, di confronto e di sostegno reciproco.
Ogni volontario è portatore di valori e di doni destinati al bene comune, ognuno da solo è una goccia d’acqua in un mare di necessità, ma le gocce dei singoli, messe insieme si trasformano in rivoli, fiumi, laghi e mari.

“Quando si sogna da soli il sogno rimane soltanto un sogno,
quando si sogna insieme il sogno diventa realtà”.


“L’uomo che non cammina perde la fantasia,
non sogna più, non canta più e non legge più, diventa piatto.
Chi cammina, invece, capisce, parla con gli altri uomini, li aiuta.
Il semplice fatto di mettere un piede davanti all’altro con eleganza,
di questi tempi, è un fatto rivoluzionario”.
                                                                                                                      Paolo Rumiz
Il fondo pagina
Torna ai contenuti